Formazione

Digital Mismatch: non smettere mai di studiare

Siamo ultimi in Europa per competenze digitali. Di conseguenza il 17% degli italiani svolge un lavoro per cui non è qualificato. Un quadro allarmante, generato dall’evoluzione tecnologica dell’ultimo decennio che ha portato le aziende alla costante ricerca di profili in ambito tecnologico ed informatico. Ricerca che troppo spesso è caduta nel vuoto a causa della mancanza delle competenze richieste. Questo gap ha dato vita al fenomeno del Digital Mismatch che solo in Italia nel corso del 2020 produrrà 135 mila posti di lavoro vacanti.

 

Digital Mismatch: un problema globale

 

La discrepanza tra le abilità richieste dai datori di lavoro e quelle acquisite attraverso la formazione tradizionale, non colpisce solo il nostro paese, ma rappresenta un problema di portata quasi globale. È quanto emerge dal rapporto Fixing the Global Skills Mismatch realizzata dal Boston Consulting Group e pubblicata nel gennaio 2020, che evidenzia come la mancanza di lavoratori adeguatamente formati per i ruoli professionali nell’attuale mondo del lavoro, influenzi le dinamiche dello sviluppo economico in modo molto significativo, gravando sull’economia globale come un’imposta del 6%, pari a circa 5 miliardi di dollari.

Il Digital Mismatch attualmente coinvolge circa 1,3 miliardi di lavoratori in tutto il mondo, il 40% dei quali nei paesi dell’OCSE, tuttavia la cifra è destinata ad aumentare nei prossimi anni, coinvolgendo oltre 1,4 miliardi di persone entro il 2030, con danni sempre più profondi all’economia globale.

 

I due volti del Digital Mismatch

 

Esistono due fattori principali che danno vita ed incidono sul divario delle competenze digitali. Il primo e forse il più urgente è la mancanza di competenze digitali tra la forza lavoro esistente.

Il secondo invece è la mancanza di laureati adeguatamente formati per occupare posti digitali nelle industrie tecnologiche in crescita . Entrambi i fattori possono inibire in modo massiccio la crescita delle singole imprese e di intere economie.

Un upskilling dei propri dipendenti per molte aziende può rappresentare una sfida enorme. Tuttavia, ne va della propria sopravvivenza, poiché è probabile che vengano sostituite da competitor in grado di adattarsi al cambiamento o da nuove aziende non gravate da una forza lavoro priva di competenze digitali.

 

Ripartire dalle scuole

 

Anche secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) l’Italia è ultima in Europa per transizione scuola-lavoro. Tuttavia, il 68% dei diplomanti presso istituti tecnici trova lavoro. Ma il numero degli iscritti è ancora molto basso, in quanto poco considerati e conosciuti da studenti e genitori.  Un classico paradosso italiano. Altresì in ambito accademico prevale la scelta tecnica, dato che le lauree STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) sono ad oggi le più promettenti su cui investire, anche per chi è in cerca di una qualifica ulteriore da aggiungere al proprio titolo di studio.

 

Come arginare il divario

 

Il gap non è incolmabile. Poiché la soluzione è facilmente raggiungibile ed è già presente. Si tratta di investire nella formazione. Da applicare a tutti i livelli, partendo da chi è in cerca di occupazione sino ad arrivare alle aziende. Così da dar vita una formazione non definitiva, ma dinamica: ossia capace di una continua evoluzione.

E in DieffeTech lo sappiamo bene, avendo investito in prima persona sul nostro personale processo di crescita e pronti adesso a mettere a disposizione il nostro know-how per la tua azienda.

Sta a te ora compiere il primo passo per uscire dal digital mismatch. Ti aspettiamo!

 

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