Marketing

Personal Branding: perché è importante per la tua azienda?

Che cos’è il Personal Branding e perché ne parlano tutti? Riprendiamo i contenuti di un nostro webinar che ha affrontato questa interessante tematica, con un focus sui benefici che un’azienda può trarre da questo tipo di attività.

 

Il Personal Branding è un argomento che sta attraversando il suo momento di gloria soprattutto ultimamente, anche grazie all’incremento dell’utilizzo di strumenti digitali per la condivisione di contenuti.

Tuttavia non è ancora chiara per tutti l’opportunità che può rappresentare sotto vari aspetti: che tu sia un freelance, una persona alla ricerca di un impiego o un titolare d’azienda o un top manager.

 

Il concetto di Brand

 

Che cosa si intende con “brand”? Il brand è “quella combinazione di elementi quali nome, slogan, logo, comunicazione, storia aziendale e reputazione che funzionano come segno distintivo ed esclusivo di un’azienda”.

Come recita questa frase di Kotler e Armstrong dai loro “Principi del marketing”, il brand è “tutto ciò che un prodotto o servizio rappresenta per i consumatori”. Il brand quindi non è il prodotto o il servizio ma è qualcosa di intangibile. È la ragione per cui un consumatore sarebbe disposto a pagare di più per un tuo prodotto o servizio rispetto ad un altro che gli sia pari.

Questo ci aiuta ad arrivare alla definizione di Personal Branding (PB). Ma per farlo vediamo prima cosa non lo è.

Fare Personal Branding non significa fare l’influencer. Non c’entra nulla con quel mondo. Gli influencer vivono di PB, anche se poi si possono esprimere legittimi dubbi su quanto il loro brand sia veramente “personal”, perché spesso vengono percepiti come poco veri e questo si discosta da quello che vuole essere il branding della persona.

Fare Personal Branding non significa nemmeno diventare famosi, nel proprio campo o settore, ma comunque celebri. Come vedremo, l’obiettivo del Personal Branding non è farsi conoscere da tutti (perché questo significa essere celebri) ma da una specifica nicchia o segmento.

Il Personal Brand non coincide con la Reputation, ma possiamo affermare che i due aspetti siano in qualche modo legati, nel senso che uno può influire sull’altro.

 

Sono considerato ‘solo’ un bravo professionista da un ampio gruppo di persone o sono considerato il professionista giusto dalle persone che mi interessa influenzare?

 

Posso fare un ottimo Personal Branding, ma avere una cattiva Reputazione.

Chi si occupa di curare il PB non si occupa nemmeno di cose come consulenza di immagine, coaching di carriera, relazioni pubbliche, web marketing, networking.

Quindi: che cos’è il Persona Branding?

 

Che cos’è il Personal Branding?

 

Con l’espressione Personal Branding si fa riferimento a quel complesso di strategie messe in atto per promuovere sé stessi, le proprie competenze ed esperienze, la propria carriera come se fosse appunto un brand.

Gestire il proprio brand significa gestire in maniera strategica la propria immagine professionale, intesa come ciò che gli altri percepiscono di noi, quello che rimane alle persone dopo essere entrate in contatto con i nostri contenuti.

Tutti noi siamo un brand.

Possiamo modificare la frase di Kotler relativa al brand e traslarla sulla persona. Il Personal Brand è tutto ciò che una persona rappresenta per i consumatori. Quindi non è l’idea che io ho e voglio trasmettere, non riguarda me, ma come gli altri percepiscono la mia persona.

 

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Gli obiettivi del Personal Branding

 

Tra gli obiettivi principali del Personal Branding c’è quello di attirare nuovi contatti. Ma quali contatti? Dipende da cosa stai cercando di ottenere: un nuovo contratto di lavoro, una nuova collaborazione, o un nuovo cliente? Per chiunque sia, tu devi diventare l’opzione preferibile.

Insomma si fa Personal Branding per instaurare rapporto di fiducia con un gruppo specifico di persone che voglio raggiungere.

Come si può fare del buon Personal Branding?

Tutto comincia dalla condivisione tra te e il tuo pubblico, quello che vuoi influenzare. Condivisione di valori, esperienze, interessi eccetera.

Perché un professionista “è il risultato della fiducia che lo circonda, delle promesse che ha mantenuto e della connessione umana che ha saputo creare attraverso la condivisione”.

Ma cosa condividere? Bisogna fare un percorso che può avere varie fasi.

Se sei in una fase embrionale della tua carriera, devi capire chi e cosa vuoi essere, per diventarlo e poterlo raccontare. In cosa sei bravo in modo naturale? Cosa ti appassiona realmente? Si tratta di un vero e proprio lavoro su sé stessi per darsi una propria direzione di vita.

Una volta fatto questo, devi definire chi sei e cosa ti rende unico, impostare la tua strategia e individuare quegli elementi che daranno visibilità al tuo brand personale.

Confeziona un pacchetto interessante e attraente di te stesso, che attragga il segmento di pubblico che vuoi influenzare. Devi raccontarti, perché devi arrivare a farti percepire come competente nel tuo settore, interessante e degno di fiducia. Solo così potrai riuscire a influenzare il pubblico.

Rimane essenziale non raccontare cose non vere, definirsi e descriversi come ciò che non si è realmente. Il rischio è quello di diventare una macchietta di sé stessi o di essere smascherati e questo ricadrebbe sulla reputazione.

 

La parola chiave è coerenza

 

L’immagine raccontata deve essere coerente con la realtà, se rappresenti un’azienda devi essere coerente con i suoi valori. Insomma bisogna che il brand che presenti sia coerente con te stess@.

Dove raccontarsi? Il Personal Branding è sia offline sia online. Offline può essere un semplice CV o un biglietto da visita, fino a uno speech in pubblico. Online principalmente possiamo raccontarci all’interno del sito o di un blog personale, dei social, in particolare LinkedIn, visto che parliamo di PB per le aziende. È poi importante gestire al meglio la SEO per tutti questi canali.

Concentriamoci su LinkedIn: se vuoi arrivare ad ottenere nuovi contatti, devi dotarti di almeno un account LinkedIn in cui racconti chi sei, cosa offri e come contattarti.

Devi creare un profilo che spicca. Per farlo bisogna lavorare anzitutto sulle prime voci che compili quando crei il tuo profilo.

La foto profilo deve essere professionale, il viso si deve vedere bene, prediligi una foto frontale fino alle spalle. Non bisogna essere seri o per forza in giacca e cravatta. Ma già la foto profilo deve saper ispirare fiducia, professionalità o simpatia, a seconda di quello che vuoi trasmettere.

Il sommario raccoglie il titolo professionale e deve essere chiaro e se possibile anche esplicativo di quello che fai per i tuoi clienti. I caratteri non sono pochissimi: 120 (espandibili a 220 in alcuni casi), cerca di sfruttarli al meglio.

Trovi poi il box dedicato alle Informazioni, quello che deve raccogliere la biografia. Nei primi caratteri deve spiegare chiaramente cosa fai, come e per chi. Successivamente puoi aggiungere dettagli utili, ricordando di inserire le parole chiave con cui vuoi essere trovato, e infine i dettagli per essere contattato.

 

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Crea relazioni umane e vere

 

La relazione è il fine ultimo di questo potente strumento lavorativo che è LinkedIn.

Per sviluppare relazioni devi creare contenuti. Senza contenuti non si va da nessuna parte, non ci si posiziona, non si crea autorevolezza in materia e non si crea un pubblico.

Umanizzare la tua presenza su LinkedIn è un obiettivo che ti ripagherà sicuramente.

Spendere del tempo su questo tipo di social per far crescere il tuo brand personale è un investimento che con la costanza saprà dare i suoi frutti: ovviamente se stai portando valore al tuo pubblico.

Il Personal Branding fa davvero bene all’azienda? Rispondiamo alla domanda con un’altra domanda: di cosa sono fatte le aziende, se non di persone?

È possibile inserire la strategia di Personal Branding nella più ampia strategia di comunicazione aziendale.

Le applicazioni in ambito aziendale sono diverse e tipicamente possono coinvolgere:

  • CEO e i Top Manager che vogliono rafforzare il posizionamento delle loro aziende;
  • Le figure commerciali che devono essere percepite come autorevoli e competenti;
  • I collaboratori, per rafforzare il Brand aziendale;
  • Le HR con svariate applicazioni: talent management, Employer Branding tra le altre.

 

Quello che dobbiamo capire è che non si tratta più di B2B o B2C. Ma di H2H (human to human): la relazione è tra persone, anche quando si tratta di business. Ecco perché il personal branding è importante.

Quindi, oltre a lavorare sul proprio personal branding, può far bene all’azienda spingere anche i propri collaboratori a farlo. Loro avranno modo di far percepire internamente ed esternamente il loro talento e l’azienda guadagnerà in prestigio, in quanto ricca di figure degne di fiducia.

Rivedi il webinar sul Personal Branding

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