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Passaggio generazionale nelle imprese familiari: l’arma vincente è la digitalizzazione

Il “passaggio di consegne” da una generazione all’altra all’interno delle imprese a conduzione familiare può essere un momento delicato e rischioso, specialmente se non è preceduto da un’attenta pianificazione e da un profondo processo di trasformazione digitale.

 

Le aziende familiari (Family Business) sono da sempre una realtà importante all’interno delle PMI italiane, dato che nel nostro paese rappresentano circa il 90% del numero totale delle imprese. A questo si aggiunge poi che nell’ecosistema delle famiglie imprenditoriali, ben 7 su 10 hanno un management che è esclusivamente espressione della famiglia, non ricomprendendo quindi manager esterni.

Una realtà imprenditoriale, quella italiana, del tutto peculiare quindi e che affonda le radici nella storia industriale del Paese, il cui “picco” di successo è stato raggiunto con lo sviluppo degli anni Sessanta e Settanta prima e con il boom economico degli anni Ottanta poi.

 

Ne deriva, dunque, che ben il 50% degli imprenditori di oggi ha in media più di 60 anni e che, pertanto, si pone per queste aziende la necessità di pensare a un ricambio generazionale, ovvero a un passaggio di consegne dai nonni ai nipoti.

È questo un momento particolare per le aziende a conduzione familiare visto che il “transito” da una generazione all’altra può essere la giusta occasione per un’ulteriore evoluzione della struttura aziendale ma può anche trasformarsi in una “disfatta” se non attentamente pianificato.

 

Sopravvivere al passaggio generazionale

 

Stando ai dati diffusi dall’Associazione italiana delle aziende familiari (Aidaf), nei prossimi anni circa la metà degli imprenditori italiani dovranno fare i conti con il ricambio generazionale ma solo in pochi sembrano preparati a questa delicata fase.

Non è un caso, infatti, che ogni anno circa il 10% delle aziende censite da Aidaf fallisce proprio per la mancata pianificazione del passaggio generazionale o che appena il 30% di queste è in grado di rimanere operativa con la seconda generazione.

 

Ma non finisce qui; sempre secondo Aidaf ben il 50% delle aziende “sopravvissute” alla seconda generazione non riesce ad arrivare alla terza, il che significa che soltanto 15 nipoti su 100 sono in grado di tenere in vita l’impresa fondata dai propri nonni.

Numeri poco incoraggianti e che possono essere spiegati con cause diverse.

Cosa ostacola il passaggio di generazione nelle imprese a conduzione familiare italiane? In che modo invertire la rotta? Come trasformare il ricambio generazionale in un’opportunità di crescita? Quale ruolo riveste la digitalizzazione?

 

ricambio generazionale

 

Imprese familiari italiane: i fattori che ostacolano il ricambio di generazione

 

Le ragioni che non consentono alle imprese familiari italiane di cogliere le opportunità date dal ricambio generazionale sono di natura sia interna sia esterna.

In primo luogo, bisogna precisare che il “passaggio di consegne” non è un mero trasferimento di “poteri” da una generazione all’altra. Si tratta di un processo molto più profondo che riguarda la stessa struttura dell’impresa, in molti casi espressione sia della personalità che della vision dell’imprenditore.

La transizione generazionale di un’impresa familiare finisce quindi con il coinvolgere l’intera struttura aziendale poiché deve essere accompagnata anche dal trasferimento e dall’innovazione del prezioso bagaglio di esperienze e conoscenze consolidatosi nel tempo.

 

In quest’ottica, quindi, il primo ostacolo al ricambio generazionale è proprio rappresentato dall’incapacità di “traghettare” queste conoscenze dai genitori ai figli. Incapacità spesso dovuta alla tendenza degli imprenditori italiani di non pianificare in maniera strategica e in ottica costruttiva il processo di delega, preferendo rinviarlo nel tempo.

Alle difficoltà interne si aggiungono poi quelle derivate dalle inevitabili trasformazioni a cui il mondo dell’impresa deve sapersi adattare.

Consideriamo fenomeni contemporanei come la crescente globalizzazione, che proietta le imprese familiari in network e reti interdipendenti di aziende e organizzazioni, il cambiamento dei mercati. Oppure il mutare dei rapporti con clienti e fornitori, la nascita dell’impresa 4.0 e la digital transformation. Tutti questi sono elementi che richiedono un radicale ripensamento delle strutture aziendali oltre all’immissione nell’impresa di competenze innovative, spesso portate soltanto dalle nuove generazioni.

 

passaggio generazionale

 

 

Digitalizzazione e ricambio generazionale nelle imprese familiari

 

Proprio la digital transformation può essere “l’arma vincente” per le imprese familiari in fase di ricambio generazionale.

È quanto emerge da una ricerca condotta dal Centro di Ricerca sulle Imprese di Famiglia (Cerif). Analizzando oltre 100 aziende familiari italiane, ha constatato che nel 28% dei casi il Senior cede la guida all’erede solo dopo che questo ha attuato un piano di trasformazione digitale dell’azienda.

In questi casi, nota il Cerif, la trasformazione è duplice. Da un lato c’è il ricambio dei vertici “di potere” e dall’altro c’è la trasformazione operativa dell’impresa, che da azienda tradizionale diventa digitale e in alcuni casi vera e propria industria 4.0.

Con un’attenta pianificazione di digital transformation, l’evoluzione per l’impresa familiare diventa quindi totale. Questo perché non si assiste al solo “ricambio” della dirigenza, ma a una vera e propria innovazione tecnologica dell’assetto aziendale.

La digitalizzazione, dunque, si rivela cruciale per la sopravvivenza e la competitività delle aziende familiari in un mondo nel quale il modo di fare impresa si è rivoluzionato, viste le innovazioni introdotte dalle nuove tecnologie.

 

In merito al rapporto tra aziende familiari e trasformazione digitale è interessante notare due aspetti.

Da un lato è la digitalizzazione a convincere i Senior a lasciare campo libero ai Junior (il 90% dei manager intervistati dal Cerif ammette che senza la digitalizzazione non avrebbe lasciato l’azienda agli eredi) grazie a un “percorso” dinamico di ricambio generazionale. Dall’altro è sempre la digitalizzazione a sopperire ad altri due grandi problemi delle imprese familiari; l’attrazione dei nuovi talenti e la retention.

Nella ricerca Cerif, infatti, si evidenzia come sia proprio la trasformazione digitale a consentire l’ingresso in azienda di key people e manager esterni alla famiglia, la cui presenza (e relative competenze) non è invece contemplata nelle aziende che non hanno attuato la digital transformation.

 

 

La pianificazione della trasformazione digitale

 

Come detto, le tecnologie digitali hanno cambiato il modo di fare impresa e stanno spingendo anche le imprese familiari a un cambiamento profondo.

Tuttavia, stando ai dati diffusi da Deloitte, non tutte le imprese familiari hanno ben compreso che cosa si intende per trasformazione digitale.

Molto spesso, infatti, questa viene considerata semplicemente come una digitalizzazione dell’attuale assetto di gestione dell’impresa quando in realtà dovrebbe essere inteso come un processo più profondo.

Nello studio si sottolinea come la digitalizzazione dovrebbe portare le aziende familiari a sviluppare e adottare una strategia integrata che abbia al suo centro proprio le nuove tecnologie.

 

Questo approccio dovrebbe riguardare tutti gli ambiti dell’impresa, non solo quello puramente operativo, ma coinvolgere anche altri comparti come l’innovazione, la creazione di nuovi modelli e l’interazione con i clienti.

Solo in questo modo secondo Deloitte si è in grado di attuare il fondamentale passaggio da azienda tradizionale che realizza progetti digitali ad azienda digitale vera e propria.

È evidente come un processo di trasformazione così profondo e radicale possa essere realizzato soltanto con un’accurata pianificazione che, all’attuazione di una digital transformation in tutti gli ambiti aziendali, affianchi anche un’evoluzione di mentalità.

I manager delle imprese familiari, infatti, sono spesso “spaventati” dai cambiamenti indotti dai nuovi ecosistemi di business (temendo nello specifico di perdere il controllo della propria azienda). Per questo dovrebbero progressivamente adottare una mentalità più aperta e flessibile, in particolare riconoscendo i vantaggi che derivano dalle collaborazioni e dai contatti con l’esterno.

 

Ricambio generazionale: un passaggio delicato

 

Come visto, si tratta di un processo profondo e a volte complicato che impone un totale, ma necessario, ripensamento dell’azienda.

È quindi evidente come il supporto di consulenti esterni possa essere di grande utilità nel guidare questa transizione sia sotto il profilo operativo che di mentalità.

Da un lato, infatti, è fondamentale far comprendere all’imprenditore i vantaggi e le opportunità della digitalizzazione e dell’importanza di investire nella formazione. Dall’altro, è necessario introdurre nell’azienda dei “sistemi” operativi e gestionali sempre al passo con le nuove tecnologie.

 

Il know-how tecnologico di Dieffetech è a tua disposizione: contattaci per progettare insieme a noi la trasformazione della tua azienda in una digital company!

 

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